Esistono tre tipologie di Brachetto d’Acqui, ovvero il vino rosso (così detto “tappo raso”), lo spumante, il passito; il riconoscimento ufficiale è avvenuto nel 1996 grazie al Consorzio di tutela, anno nel quale venne assegnato a questa produzione il prestigioso riconoscimento di qualità DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). La DOCG ha definito con maggiore precisione anche dal punto di vista legale e amministrativo le peculiarità di questo vino distinguendolo dalle altre produzioni.
La tecnologia di produzione attuata per la quasi totale produzione del Brachetto d’Acqui (eccetto alcune produzioni di nicchia ) è quella che viene comunemente definita metodo Charmat, o Martinotti” (inventato alla fine del Diciannovesimo secolo da Federico Martinotti, direttore per l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti).
In questo processo la fermentazione avviene in un’autoclave pressurizzata e a temperatura controllata, per un periodo di 30 giorni, durante il quale gli zuccheri presenti vengono trasformati in alcol e anidride carbonica ad opera dei lieviti. Il prodotto della spumantizzazione viene quindi subito imbottigliato ed è pronto per essere consumato.